Attraverso il mondo di Second Life percorro la mia vita di Real Life le sue forme e le sue curve. In Real Life adoro il sesso e percorrerne tutte le vie. Questi sono i racconti dei miei incontri reali.

venerdì 8 giugno 2012

Guardia Giurata






Sono sdraiata nel letto a pancia in giù, dopo essermi fatta sbattere da una guardia giurata di colore. Lui si è tirato dietro il lenzuolo e io sono nuda fin sotto le chiappe. L’ho incontrato dentro da Zara e devo dire che nel suo completino giacca e cravatta non era niente male. Palestrato, profumato, simpatico. L’ho salutato e non ci è voluto molto perché mi proponesse di mangiarci una pizza appena finito il turno. Da mac un paninazzo pensando invece sempre più cattivamente al cazzo. Non  è stato granchè. Il solito ohhhhhh, ahhhhhhhhh, cazzo che puttana che sei. Poca fantasia nell’usarlo quel cazzo e poca fantasia nelle parole. Insomma sto pensando di tornarmene  a casa a farmi sbattere da Andrea. La mignotta che è in me, percepisce la cornificazione in atto, ma si abitua velocemente al tripudio di sperma che ancora sento colare fra le cosce. MA sto tizio, non ricordo nemmeno il nome, ma solo il colore ambrato della sua pelle, non è proprio capace. Quando lui mi dice:” Mi devi scusare ma, non ero in giornata e tu ne hai pagato un pochino le conseguenze” e comincia a baciarmi le spalle. LE solite parole di uomini incapaci di usare il cazzo e la testa. Invece lui continua a baciarmi, lentamente su tutte le spalle, scendendo lentamente verso i miei glutei. Non si ferma un attimo nemmeno quando finalmente dopo interminabili minuti arriva in mezzo alle cosce e lì gioca con la lingua con il mio sfintere. E’ lì che la mia voglia si risveglia, il buco del culo comincia a battere come a recriminare quella lussuria che poco prima lo aveva evitato, La mia figa sta copiosamente bagnandosi e sento scivolare lo sperma ancora caldo fra le cosce. Lo raccoglie con le dita e lo succhia avidamente. Poi si mette a cavalcioni su di me con le sue cosce mi stringe forte i fianchi e struscia il cazzo dentro le mie chiappe. Le allarga facendoci entrare a forza il cazzo mentre le sue cosce stringono in una morsa miei fianchi. Sto aspettando il momento in cui mi penetrerà ora lo voglio lo desidero, il mio corpo è un bruciare al solo pensiero del suo cazzo dentro di me. La cappella sta spingendo e ora eccola aprirmi lo sfintere ed entrare, entrare, entrare. Le sue cosce si stringono ancora di più contro i miei fianchi e il buco del culo si stringe intorno alla sua mazza sfrengandone ogni centimetro. Tutto il mio corpo è solo concentrato nel buco del culo, i miei pensieri, il mio orgasmo, le mie voglie. E lui lento senza fretta, stringendo le cosce e massaggiandomi le natiche mi penetra. Non so dopo quanto tempo ho sentito le palle toccami la pelle. Una sensazione strana, avrei voluto che quei momenti non finissero mai come i centimetri di cazzo di prendermi dentro. Ma lui era lì e il suo corpo era fermo mentre con il bacino spingeva ancora più su il cazzo nel mio culo come a volerci infilare anche le palle. Sento le mani sulla mia schiena, arrivano al collo e mi accarezzano poi si stringono alla base. Non mi sento strozzare ma sono alla sua mercè, come se fossi incatenata come una cagna in calore. Il suo corpo steso piegato su di me acuisce l’angolo di entrata del cazzo nel culo e comincia a scoparmi con forza entrando e uscendo dal mio buco e la sua cappella non manca mai di sfondarmi al primo colpo. MA qui non si trata più di uno o due o cento. Non li conto più mi sta letteralmente trapanando il culo mentre le mani continuano a stringermi il collo e le cosce i fianchi. Sto per cadere nel mio orgasmo ma una sua sculacciata forte, imprevista a mano piena lo ricaccia indietro. I suoi colpi sono più violenti ora vuole godermi nel culo. Con un urlo di piacere mi innonda di sperma che sembra spruzzare fuori ogni volta che esce e rientra nell’orgasmo. Lo seguo subito dopo stringendo il cuscinone mordendo le lenzuola. Si riveste lasciandomi così … “non volevo lasciarti con un brutto ricordo” mi dice. E si siede a guardarmi mentre mi rivesto. 

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