In un altro viaggio di non molti mesi fa, invece feci morire un uomo d’affari. Sapete quelli in giacca e cravatta che si credono chissà chi con tanto di telefoni, palmari e altro? Vestitino Armani attillatissimo all’ultima moda e lui palestrato ed abbronzato. Non staccava più gli occhi dalle mie cosce. All’inizio ero indispettita così le tenni sempre accavallate e ben strette. Lui cercò varie volte di attaccare bottone ma proprio non mi andava non ero in sintonia con uno così, che magari fuori da quella situazione non mi avrebbe cagato nemmeno di striscio.
“Da dove Viene?” “Dove và?” “Che lavoro fa?” Insomma non è che fosse così proprio simpatico. E poi non la smetteva mai di parlare al telefono…. Un cicaleccio continuo dove parlava degli affari suoi, delle donne che gli corrono dietro, del lavoro o di quello che non sa fare niente. Così a mano a mano che passava il tempo e contemporaneamente aumentava la mia antipatia nei suoi confronti…….. io aprivo le cosce. Prima impercettibilmente, poi in modo sempre più sfacciato….. Sbottonai il secondo bottone della camicia per far intravedere il mio seno e quando porsiil biglietto al controllore i suoi occhi sprofondarono nella mia modesta seconda di reggiseno…… per qualcuno prima di reggiseno. Cominciai ad accavallare le gambe in maniera appariscente, le divaricai come se fossi un’amazzone…. fino a quando capì che i suoi occhi avevano messo a fuoco il fatto che io non portassi biancheria. Al che la sua erezione in quel completino giacca e cravatta di Armani fu evidente. Hai voglia accavallare le gambe……. Rimandi il problema. “lei è molto bella….” Disse … mi alzai come per sbattermi la gonna da fantomatiche briciole mentre in realtà con le dita ne tirai un lembo per aria per far intravedere per un attimo i miei glutei…… Il signore a quel punto si alzò e si diresse verso il cesso. Quando tornò aveva le guance leggermente rosse e non riusciva a guardarmi nemmeno una volta. L’erezione era sparita così gli dissi….”Scusi ……. spero che la sega le sia venuta bene” …………… Non rispose e cambiò posto…….. Una volta a casa però volevo una cosa sola ….. essere scopata fino ad urlare dal piacere e dal godimento ero eccitata fino al midollo. In taxi mandai un sms ad Andrea avvertendolo che stavo arrivando. Quando fui a casa mi avventai su di lui e comincia baciarlo e spogliarlo, baciarlo e spogliarlo. Oddio……. Diciamo che gli sbottonai i pantaloni e mi alzai le gonne. Sentì il cazzo scivolarmi dentro come un direttissimo aprendomi una figa fradicia da ore. Le sue mani mi strinsero i seni e cominciarono a spogliarmi della giacca, della camicetta. Mi sfilò la gonna dalla testa e rimasi in autoreggenti e Tacco 12. Mentre lui aveva solo il cazzo fuori dai pantaloni. Venni al volo stringendo l’aria nei pugni e proprio mentre Andrea mi riempiva la passera di sperma. Mi girai e con la mano gli pulì l’uccello baciandolo avidamente. Mi chiese di rimanere così solo con calze e scarpe ………. Poi andò a prendere il nostro collarino e me lo fece indossare con la catenina che scendeva lungo la schiena arrivando quasi fino a terra. Il cazzo era tornato nei pantaloni. Mi feci legare i polsi dietro alla schiena e non gli ci volle una laurea per capire che quella sera ero disponibile a tutto. Mi infilò la testa in una guaina di latex che lasciò liberi solo il naso per respirare e la bocca che però mi riempì di là a poco con la ball stringendo la cinghia dietro alla nuca. Ero in piedi davanti al divano e sentì scattare alcune foto che mi avrebbe fatto vedere dopo. Mi colava la figa. Sentì tirare la catenina al collo e segui quei piccoli strattoni. Ero davanti alla finestra del balcone, sono rimasti così alcuni minuti, poi ancora un piccolo tiro alla catena che mi invitò a piegarmi sulle ginocchia e poi ad inginocchiarmi. …… ancora davanti alla finestra.. che speravo chiusa. Ancora un piccolo tiro alla catena e lentamente comincia sedermi sui talloni …. O almeno io pensavo di sedermi sui talloni. In realtà una cosa dura puntava la mia figa. Resistetti un attimo, solo un attimo, ma uno strattone più forte alla catenina mi fece capire che non potevo indugiare e continua a scendere. Era il dildo grosso poggiato sul pavimento … e quando dico grosso immaginatelo enorme come quelli di cui fanno la pubblicità i siti di materiale erotico. Mi penetrò con una facilità che non avrei immaginato. Trattenni il respiro mentre lo sentivo sfondarmi il cervello e me lo spingevo sempre più su in figa. La vagina si adattò subito a quelle misure straordinarie e finalmente mi sedetti sulla base del dildo. Mi stava spaccando la figa a metà ma mi stava anche facendo morire di piacere. Ero una vera e propria schiava. Non sapevo come fossi vista da fuori ma sentivo Andrea continuare a scattare foto e dopo le avrei viste. Rimasi così a lungo. Ogni tanto uno strattone alla catena del collo per farmi sollevare un poco per poi tirarmi giù come se scopassi con il dildo. Sono venuta. Sì godetti come una scema creando una piccola pozza di piacere alla base del dildo. Solo allora Andrea mi strattono la catena per sollevarmi ancora in ginocchio. Subito dopo altro strattone per farmi tornare giù alla posizione di seduta sui talloni. Questa volta il dildo lo senti all’altezza del culo. Era lubrificatissimo. Sentì la catena tirarmi il collo indietro e in basso e io ubbidì. Non era il dildo era il plug di quelli che rimango dentro al culo dopo avertelo aperto a metà. Cazzo cazzo cazzo stavo godendo ancora avevo un altro orgasmo. Me lo feci entrare tutto trattenendo il respiro trattenendo le parole che avrei voluto dire ma sentendo solo il plug che mi apriva lo sfintere. Era quello da 6 centimetri. Spinsi ancora in giù tirata dalla catena e sentì il culo aprirsi in due per richiudersi subito dopo intorno al collo del plug e finalmente il fermo si intrufolò in mezzo alle chiappe. Era tutto dentro. Ancora una volta rimasi così e intanto sentivo gli scatti della macchina fotografica. Ancora minuti che passavano, la non percezione del tempo in una posizione assurda. Un ulteriore strattone per farmi alzare. Finalmente in piedi ma il plug era ancora dentro di me anzi… da in piedi mi costringeva a stare con le gambe divaricate e sentivo lo sfintere aprirsi e chiudersi intono al plug. Un altro strattone mi mise alla pecorina. Poggiai le mani sulle cosce. La mano di Andrea me le portò sulla finestra… …. Cazzo le tende erano aperte senti il freddo del vetro sulle mani ma non potei riflettere sulla cosa perché subito dopo il direttissimo cazzo di Andrea mi squarciò la figa facendosi posto dentro di me e al plug che ancora mi invadeva il culo. Godetti come una porca senza poter urlare dal piacere ma solo mugolando dietro alla ball che mi riempiva la bocca. Andrea mi scopò così all’infinito facendomi venire non so quante volte. Poi sentì slacciare la ball, mi girò e cominciò tirare la catena facendomi fare un giro intorno, mi fece piagare ancora un pochino finchè non trovai con le labbra il suo cazzo. Era probabilmente seduto sul divano e io gli cominciai a fare un pompino. O meglio lui tirando e lasciando la catena mi guidava a scopargli cazzo con la bocca. Senti le sue mani prendermi la testa e spingerla per farmi prendere il cazzo fino in gola…… lo feci un paio di volte … alla terza sborrò….. o si cazzo se sborrò…… mi riempì la bocca e senti lo sperma scendergli lungo la canna del cazzo. Glielo pulì tutto. Pensai di aver finito ma rimasi in piedi davanti a lui per interminabili minuti. Finchè finalmente mi disse ….”Ma quanto sei troia?” ……. Liberandomi dal plug nel culo e dal cappuccio. Il collare lo tenni fino all’indomani … volevo essere il suo cagnolino fedele.
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