Venerdì sera mi sono fermata in palestra per una lampada.
Ormai era orario di chiusura così ho prima chiesto e Marco mi ha aperto la
porta: “per te nessun problema”. “Ti va grassa che qualcuno voglia ancora usare
questi bidoni che chiami docce solari” rispondo di rimando. “attenta che con te
in giro potrei non rispondere delle mie azioni” “sarebbe ora” gli dico. Mi
spoglio e accendo la doccia. La pelle cominciava a scaldarsi, quando la porta
si è aperta e Marco è entrato in doccia. Nudo con il cazzo già in erezione. “mi
chiedevo se potessimo farla in due per risparmiare tempo?” mi dice.“Ce ne hai
messo di tempo” rispondo. Così mi spinge
contro il vetro a protezione delle lampade e con le mani si fa fatto largo fra
le cosce fino ad arrivare alla mia figa. A quel punto l’ho sentito spingere per
far entrare il cazzo dentro di me. Non ho allargato le cosce ma ho puntato il
culo verso di lui inarcando la schiena e spingendo il culo verso l’alto. Si
lecca le dita, ci sputa sopra e mette quella saliva sulla mia figa. Mi trafigge
con una tale violenza che pensavo di rompere il vetro al quale ero appoggiata,
ad ogni colpo mi alza in punta di piedi tanto è forte la botta che mi da con il
ventre sul culo. Abbasso la testa e con le mani cerco a tentoni i due appigli
che ci sono in doccia. Una volta afferrati spingo verso di lui perché possa
penetrarmi ancora meglio e sento il cazzo andare a fondo in figa toccando la
fine. Urlo dal piacere e dalla sensazione di sofferenza. “nel culo” gli dico.
Lui non parla ma non se lo fa ripetere. Due dita dentro per inumidirlo e poi me
lo infila tutto. Prima piano e poi con la forza di un elefante. La doccia si
spegne ed entra nella funzione rinfrescamento. Marco è lì che spinge il suo
cazzo nel culo e io che ormai non tocco nemmeno più il pavimneto da quanto mi
sta scopando. Mi gode dentro con un urlo rauco profondo, mentre sto godendo di
un orgasmo multiplo che ormai va avanti da 5 minuti. Mentre lo sperma mi cola
dal culo mi bacia e andiamo in doccia, dove mi metto a carponi e gli faccio un
pompino da urlo.
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